Droga, sesso e internet

Il fatto che internet non è più solo il futuro ma che è qualcosa che fa parte della vita quotidiana lo si affermare senza esagerare, basti pensare agli smartphone, wireless pubblici, Ipad ed addirittura computer portatili progettati apposta per navigare (i netbook).

Al di là delle considerazioni filosofiche, dove Platone avrebbe sicuramente qualcosa da ridire, ci si può concentrare su un fatto che ci tocca più da vicino: Questo essere sempre reperibili, che problemi ci  causa?

Mi ricordo qualche anno fa la campagna di sensibilizzazione sull’uso del cellulare, che però ora ha superato la fase degli sms e delle chiamate, per passare a E-mail, social network, ecc.

Inviamo ogni giorno una miriade di nostre informazioni senza saperlo e senza renderci veramente conto di che cosa sta accadendo: sto pensando per esempio a facebook, il quale è risaputo, possiede una banca dati che fa rabbrividire CIA e KGB messi insieme.

Cosa succede allora? Chiedetelo a David Petraeus, direttore della CIA. Non ci sarà più il 007 che viene a piazzare le cimici, ormai lo facciamo da soli, piazziamo una sorte di “teleschermo” (mi riferisco a 1984 di Orwell) nelle nostre case, e addirittura ce lo portiamo dietro, con il “grande fratello” che ci fissa costantemente.

 

D’altro canto internet è comunque un “luogo” libero, dove tutti sono veramente uguali, la gente viene considerata per quello che è, non per quello che sembra. Ognuno ha il diritto di dire la sua e di far suo il motto della  rivoluzione francese Liberté, Egalité, “Fraternité” e forse è proprio questo il suo più grande problema. 

 

Infatti sembra proprio che questo sia scomodo a qualcuno, la SOPA nord americana, la Legge Bavaglio italiana, Megaupload… Ma secondo me il problema non sono i governanti e se si vuole cercare un responsabile di queste catene invisibili non c’è che da guardarsi allo specchio.

 

In Germania, vennero prima per i comunisti

e io non dissi niente perché non ero comunista;

poi vennero per i sindacalisti,

e io non dissi niente, perché non ero un sindacalista;

quindi vennero per gli ebrei

e io non dissi niente, perché non ero ebreo;

infine… vennero per me…

e in quel momento nessuno poteva più dire niente.

Friedrich Gustav Emil Martin Niemöller (1946)

Questa citazione vale molto più di mille parole che io (liceale 18enne) potrei mai esprimere, dato che ignoro purtroppo molte cose.

Arrivano così questi Anonymous, paladini della giustizia o semplici criminali informatici?
Una sorta di Robin Hood cibernetico, oppure ancora meglio, come ci suggerisce la maschera di Guy Fawkes, quasi un tafano della società (ok ora la smetto con Socrate e Platone).

Ora sto esprimendo la mia opinione personale, non ho una playstation 3, dunque non sono rimasto “al buio” quest’estate, perciò per me sono proprio come un tafano, che ci punge, ci dice: “Ei cavolo, guardate cosa succede! Aprite gli occhi!”.

Perché ormai è così, in un certo senso ci stiamo incatenando da soli, ed un giorno verranno a prendere noi, e non ci sarà nessuno che verrà a salvarci, nemmeno quei “bastardi comunisti” dei russi, perché questa volta sarà diverso, non è più evidente.

Inoltre è pure difficile capire cos’è vero e cosa è falso… Un esempio veloce? Kony 2012!

Guardi il video, dici: “oh poveri bambini… devo fare qualcosa, vado subito in piazza a protestare!!”, in realtà dopo un’analisi un poco più attenta ci si accorge che è quasi come la stronzata di Avaaz o tutto il movimento per mandare truppe in Libia (e chi si è informato un po’ lo sa che non ci hanno raccontato tutta la verità.. anzi…), senza contare che è partito tutto poco dopo aver scoperto miliardi di barili d’oro nero sotto l’Uganda… Coincidenza? Io non credo alle coincidenze. E non mi voglio soffermare nemmeno troppo sulla questione morale, ci sono bambini che muoiono ogni giorno di fame, ma loro non sono mainstream.

Abbiamo bisogno di più tafani, di più anonimi…

NOI SIAMO ANONYMOUS
NOI SIAMO UNA LEGIONE
NOI NON PERDONIAMO
NOI NON DIMENTICHIAMO
ASPETTATECI!

I’m a dreamer, but i’m not the only one.

 

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